lunedì 3 novembre 2008

perché.

ho letto una frase nel web (il magico mondo del www, del tutto è concesso, dell'informazione e del “dai che provo ad inserire il mio nome e cognome in Google per vedere cosa esce”) che mi ha colpita più di tante altre. non ho letto né quello che c'era scritto prima, né quello che seguiva. mi è piaciuta e basta: noi parliamo con la parte sinistra del nostro cervello.
vi avverto dunque che se vi aspettate parole dal forte impatto politico avete sbagliato indirizzo, non perché io non voglia parlare a favore della Sinistra, sia simpatizzante del Cavaliere o dell'Omino in divisa verde che imbraccia il fucile per difendere le sue vacche, ma semplicemente perché sono convinta che di gente che ne parla ce ne sia già in quantità...e in fondo non c'è poi forse molto da dire...poi perché non ne ho voglia, e questa è forse l'unica vera motivazione.
con voi vorrei solo parlare, esternare almeno in parte ciò che prova il lato sinistro del mio corpo, il lato del cuore, e perché no, anche il lato destro, quello con qui scrivo e con cui mi porto il bicchiere alla bocca quando ho sete.
perciò eccomi qui a scrivere parole veloci che scivolano dalle mie dita alla tastiera di questo computer quasi vergine.
se la domanda giusta è “perché cominciare a scrivere un blog?” non ho risposta corretta o sbagliata, ho un consiglio ricevuto dal fratello che non ho mai avuto e che sto ritrovando, per caso o per scelta, sul mio cammino di una neo-donna che non vuole crescere...se così mi posso definire, se così si può definire una ragazza superati i 20 anni.
il problema, o la domanda sbagliata, che mi pongo io invece è “ma cosa scrivere in un blog?”.
inevitabilmente mi rispondo che devo scrivere solo per il piacere di scrivere, per riprendere confidenza con le parole e per giocare con le frasi fatte e non.
rosso di sera bel tempo si spera. una a caso, tanto per ritornare in forma.
dato che poi ora non è sera ma sono solo le 12:17, anzi 12:18, di un lunedì qualunque e per di più piove, il cielo è grigio e ben poco promettente: per nulla invitante direi.
sono in treno, uno di quei treni super, o almeno così li definiscono quelli delle ffs (ferrovie federali svizzere) che me lo fanno pagare ben 60frs; i miei compagni di viaggio sono tutti immersi in una piacevole lettura o in una ristoratrice dormita. io non riesco mai a dormire in viaggio, vorrei, ma ho sempre paura di non svegliarmi alla fermata giusta, alla mia stazione di arrivo. forse è proprio così che scorre la mia vita, sempre in movimento, sempre in azione, attenta a ciò che mi circonda, alle voci che mi arrivano all'orecchio. forse più che alle voci alle parole. sono sempre stata attratta dalle parole, dal loro suono e dalla loro composizione grafica, da come si sviluppano nello spazio: anche quando qualcuno mi parla le immagino uscire dalla sua bocca e formare immagini, paesaggi, case, strutture enormi e piccine...tutto dipende dalle parole, soprattutto dal significato che esse contengono o dal tono con cui vengono espresse. mia sorella, la mia migliore amica, mi ricorda sempre che tutto sta nel come dici le cose più che nel cosa dici. già...io, che ultimamente sono la persona apatica per eccellenza, non entusiasmo molto le persone che mi circondano a comunicare con me; forse non vengo stimolata molto anch'io a comunicare col mondo, il mio dizionario sta pian piano perdendo spessore e fantasia, l'uso di sinonimi elementari e di parole poco interessanti mi svoglia. sarà strano o troppo scontato? bé, scrivendo scrivendo, son riuscita a dare la risposta alla prima domanda, quella giusta, e il flusso di parole che mi stravolge il cervello in cerca di un uscita alternativa alla bocca ha deciso di provare ad attivare le dita per dare risposta alla seconda domanda, quella sbagliata.
ed ora anche il mio vicino di sedile, dopo aver finito la birra che per metà ha rovesciato sul tavolino e sul giornale che stava leggendo, ha deciso di provare a dormire un po'...chissà.

1 commento:

リチャ・Licia ha detto...

Benvenuta nel mondo dei blogsss!
Era ora! ^^